Lo sguardo e l’evento. I media, la memoria, il cinema

di Marco Dinoi

11 settembre 2012

[Pubblichiamo oggi, 11 settembre, l’Introduzione a Lo sguardo e l’evento. I media, la memoria, il cinema (Le Lettere, Firenze 2008); opera in cui Marco Dinoi si interroga sulla relazione tra l’evento e l’immagine mediatica, l’esperienza della realtà, e la funzione del cinema e delle immagini nella costruzione della memoria e dell’alterità. Qui trovate una raccolta dei dibattiti e dei convegni, dei confronti sul web e nelle aule universitarie, nei quali il pensiero di Dinoi è stato messo a lavoro, all’incrocio delle discipline e dei media].

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Tra il “sembra vero”, con cui gli avventori del Grand Café accoglievano nel 1895 le prime proiezioni cinematografiche dei fratelli Lumière, e il “sembra un film”, con cui lo spettatore televisivo dell’attentato contro le Twin Towers ha reagito a quelle immagini, c’è forse un salto cognitivo che manifesta un aspetto della nostra epoca con cui già da tempo ci troviamo a fare i conti.

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A che serve la televisione di Gian Maria Tosatti

In un libro estremamente acuto, Lo sguardo e l’evento, Marco Dinoi, ricorda rapidamente il Don Chisciotte incompiuto di Orson Welles. Un breve lavoro in cui il cavaliere di Cervantes, seduto in una platea cinematografica, si lancia contro lo schermo fino a squarciarlo, tra lo stupore di un pubblico, lucidamente consapevole della differenza di piani fra immagine e realtà.

Quest’opera di Welles è un paradosso che, come sempre, nasconde una verità a sua volta paradossale. Guardando il film, o forse alla fine del film, infatti, ci si chiede chi effettivamente sia dalla parte giusta, il pubblico, nel suo distacco sterile, o il cavaliere dalla complessa Weltanschauung.