Di seguito riportiamo la registrazione dell’intervento di Dimitri Chimenti, tenuto in occasione delle lezioni seminariali della scuola di dottorato “Logos e Rappresentazione” (Siena, Scuola Superiore Santa Chiara il 20 Novembre 2008), suddiviso in 3 parti.
Parte1 – Realismo e testualizzazione del reale (9,1 Mb)
Parte 2 – Innesti, prelievi ed inserti (8,1 Mb)
Utile il “riassuntino” di WuMing 1 su Carmilla:
Da
http://www.carmillaonline.com/archives/2008/12/002861.html#002861
[WM1:] Intervengo in calce al bell’articolo di Alex Pardi (uno dei più chiari e diretti scritti sinora) per segnalare un intervento audio in indubbia risonanza con quanto appena letto.
E’ una relazione di Dimitri Chimenti […] a proposito di Gomorra di Roberto Saviano. E’ la prima esposizione di un lavoro più vasto, analisi di alcune opere di cui mi sono occupato anch’io, raggruppandole sotto la transitoria espressione-ombrello “oggetti narrativi non-identificati”.
Propongo qui la “volgarizzazione” di alcuni concetti per come li ho intesi. Questo per aiutare i lettori a orientarsi in un discorso piuttosto denso.
Secondo Chimenti (che attinge alla teoria del cinema, riprendendo il lavoro dello scomparso Marco Dinoi), Saviano monta la realtà (cioè i testi provenienti dalla realtà, dal contesto esterno all’opera) dentro la letteratura per mezzo di:
“Innesti”. Elementi di realtà manipolati e adattati all’opera in oggetto. Si pensi al sapiente lavoro di “tornitura” a cui Saviano sottopone alcuni aneddoti per renderli drammaturgicamente perfetti (cfr. l’episodio del sarto Pasquale). In questo modo divengono episodi ancor più “veri”, addirittura paradigmatici.
L’innesto è la pietra angolare del romanzo storico. In quest’ultimo è consueto ritrovare episodi della realtà storica, riadattati al contesto letterario e connessi a elementi di fiction. Spesso l’elemento di fiction è semplicemente nel punto di vista adottato, es. Renzo Tramaglino (personaggio creato da Manzoni) che, nella Milano del 1628, assiste all’assalto ai forni (evento storicamente accaduto). Gli esempi possibili sono forse centinaia di migliaia.
Pur nella sua peculiarità, l’utilizzo dell’innesto in Gomorra si avvicina spesso a quanto appena descritto: l’elemento di fiction è in quell’io narrante “sovraccarico” e onnipresente, che descrive veri eventi di cronaca da punti di vista “ideali”, iper-efficaci, per ottenere l’effetto desiderato. Quell’io è il molteplice Renzo Tramaglino di Gomorra.
“Prelievi”. Elementi di realtà (documenti) inseriti nell’opera tali e quali, es. in Gomorra le lettere di Don Peppino Diana o i testi delle intercettazioni telefoniche.
“Inserti”. Documenti creati direttamente nel e specificamente per il testo che si sta scrivendo; in parole povere: documenti fittizi, ma che rimandano alla realtà esterna, la simulano e la richiamano. Quasi sempre, un inserto si presenta come estrapolazione da altri media (pagine di giornale mai uscite di rotativa, video “trovati”, sms presentati come realmente spediti o ricevuti etc.) o comunque da altri testi.
E’ un inserto, per restare a Manzoni, la prima parte dell’Introduzione ai Promessi sposi, presentata come documento del ‘600 ritrovato per caso. E sono inserti i finti documenti d’epoca usati in mockumentaries come Zelig di Woody Allen. Il primo esempio che viene in mente è proprio la canzone Chameleon Dance, composta e incisa per Zelig in modo da sembrare un reperto degli anni Venti [http://www.youtube.com/watch?v=-L6Iq0HfZ-U].
[E gli anni Venti di Zelig sono più veri di quelli veri, sono la quintessenza degli anni Venti, sono memorabilmente “anni Venti”.]
Tornando a Gomorra, si pensi alla descrizione del video girato da Mariano a casa di Mikhail Kalashnikov, espediente usato dall’autore per coronare la carrellata “salgariana” sul successo (meglio ancora: sull’economia politica) del mitra più famoso al mondo.
Poiché quel racconto è a sua volta un innesto (vedi sopra), abbiamo un inserto usato per chiudere un innesto. Ecco, Gomorra è tutto così.
Il lavoro che sta facendo Chimenti su questa e altre opere mi sembra molto utile. Può forse contribuire a immunizzarci da alcuni virus che circolano presso la critica letteraria italiana (tanto per capirci: certe fallaci e obsolete nozioni di “realismo”, anzi, di “dibattito sul realismo”).
@Mack: grazie del riassuntino. Credo sia veramente utile, soprattutto a me. Veder tradurre i propri pensieri in parole altrui, ci aiuta a compredere le implicazioni dei nostri discorsi. Io l’ho fatto con Marco Dinoi, Wu Ming 1 con me. Spero possano esserci altri riassunti ed altri utilizzi. Magari sul teatro di gente come Marco Paolini.
davvero interessante il contributo di chimenti.
in mezzo a tanta retorica, celebrativa o demonizzante, un poco di lucidità non guasta mai.